Indagini Geofisiche non invasive nell'area della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, Roma

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Abstract

La classificazione sismica elaborata nel 2009 dalla regione Lazio (Regione Lazio, 2009) divide il territorio regionale in tre zone sismiche principali (con pericolosità decrescente da 1 a 3) ed in due sottozone (A e B). Il comune di Roma è classificato utilizzando come unità territoriale i municipi, che ricadono in zona sismica 2B, 3A e 3B. In particolare il municipio Roma I, di cui fa parte l'area di indagine, è classificato in zona 3A. La pericolosità sismica di Roma dipende fondamentalmente da eventi regionali di origine appenninica di magnitudo massima compresa tra 7.0 e 7.5 e distanza di alcune decine di chilometri e da eventi legati all'area dei Colli Albani con magnitudo massima compresa tra 5.0 e 5.5 e distanza entro i 20 chilometri (http//esse1-gis.mi.ingv.it) Sebbene i livelli di scuotimento atteso si possano considerare moderati, lo studio della risposta sismica locale dell'area romana può rivestire un certo interesse anche alla luce della presenza di importanti manufatti di elevato interesse storico-artistico che, a causa di una possibile elevata vulnerabilità, possono presentare un certo grado di fragilità e hanno già subito danni derivati da di terremoti storici (Molin et al. 1995; Galli and Molin 2014). Sulla base delle considerazioni esposte il gruppo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che si occupa di studi di effetti di sito ha realizzato nell'area della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme alcune indagini geofisiche non invasive, basate sull'analisi delle vibrazioni ambientali, finalizzate alla valutazione di un profilo di velocità delle onde sismiche nel sottosuolo da utilizzare in un futuro studio sulla risposta simica locale del sito.
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Autori:  Giuliano Milana, Alessia Mercuri, Daniela Famiani.

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
Sezione Sismologia e Tettonofisica.

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