È stato pubblicato il XVII Rapporto della Società Geografica Italiana, "Paesaggi sommersi. Geografie della crisi climatica nei territori costieri italiani" (giugno 2025), un'analisi ampia e multidisciplinare sugli impatti dei cambiamenti climatici su spiagge, insediamenti e comunità litoranee del nostro Paese.
I numeri della crisi costiera
Il rapporto segnala che, al 2100, fino al 45% delle spiagge italiane rischia di scomparire per effetto dell'innalzamento del livello del mare ed erosione accelerata: particolarmente colpite le coste dell'Alto Adriatico, Gargano, alcune aree tirreniche tra Toscana e Campania, Sardegna e Sicilia. Oltre la metà delle infrastrutture portuali e diverse superfici agricole costiere risultano a rischio inondazione e salinizzazione.
Urbanizzazione, abusivismo e consumo di suolo
Tra le cause di vulnerabilità: urbanizzazione spinta, opere di difesa eccessivamente rigide, gestione frammentata, scarso rispetto della pianificazione e la pressione del turismo balneare. La risposta non può essere solo ingegneristica: il rapporto invoca la necessità di nuovi paradigmi di pianificazione integrata, arretramento controllato e ripristino degli ecosistemi costieri.
Comunità e percezione del rischio
Il documento introduce anche una lettura delle percezioni e narrative della crisi nei territori costieri e nel dibattito pubblico. La consapevolezza dei cittadini cresce, ma permane una scarsa conoscenza delle politiche di adattamento concretamente avviate. Il coinvolgimento attivo delle comunità e il dialogo intergenerazionale sono ritenuti processi chiave per una "governance" efficace e sostenibile.
Conclusione
Il Rapporto SGI 2025 sottolinea come solo una visione relazionale, trans-disciplinare e partecipata possa efficacemente rispondere alla crisi climatica costiera. La sfida è ridefinire le relazioni tra terra e mare, infrastrutture e ambiente, economia e bene comune, in chiave di resilienza collettiva.
Per approfondire:
Scarica il rapporto PDF completo dalla pagina dei "Rapporti Annuali" della Società Geografica Italiana.
I numeri della crisi costiera
Il rapporto segnala che, al 2100, fino al 45% delle spiagge italiane rischia di scomparire per effetto dell'innalzamento del livello del mare ed erosione accelerata: particolarmente colpite le coste dell'Alto Adriatico, Gargano, alcune aree tirreniche tra Toscana e Campania, Sardegna e Sicilia. Oltre la metà delle infrastrutture portuali e diverse superfici agricole costiere risultano a rischio inondazione e salinizzazione.
Urbanizzazione, abusivismo e consumo di suolo
Tra le cause di vulnerabilità: urbanizzazione spinta, opere di difesa eccessivamente rigide, gestione frammentata, scarso rispetto della pianificazione e la pressione del turismo balneare. La risposta non può essere solo ingegneristica: il rapporto invoca la necessità di nuovi paradigmi di pianificazione integrata, arretramento controllato e ripristino degli ecosistemi costieri.
Comunità e percezione del rischio
Il documento introduce anche una lettura delle percezioni e narrative della crisi nei territori costieri e nel dibattito pubblico. La consapevolezza dei cittadini cresce, ma permane una scarsa conoscenza delle politiche di adattamento concretamente avviate. Il coinvolgimento attivo delle comunità e il dialogo intergenerazionale sono ritenuti processi chiave per una "governance" efficace e sostenibile.
Conclusione
Il Rapporto SGI 2025 sottolinea come solo una visione relazionale, trans-disciplinare e partecipata possa efficacemente rispondere alla crisi climatica costiera. La sfida è ridefinire le relazioni tra terra e mare, infrastrutture e ambiente, economia e bene comune, in chiave di resilienza collettiva.
Per approfondire:
Scarica il rapporto PDF completo dalla pagina dei "Rapporti Annuali" della Società Geografica Italiana.

